Bel pezzo del New York Magazine sul rallentamento globale delle vendite di smartphone, pardon, computer da tasca.
Il mercato mondiale è saturo perché il tasso di crescita è praticamente zero, cioè si vendono tante unità quanto nell’anno precedente, o magari anche meno. E la frequenza di sostituzione è passata da venti a ventiquattro mesi.
Dati interessanti, peccato i soliti toni da catastrofe ambientale inevitabile per quanto riguarda Apple. Che è in una situazione diversa dai concorrenti, ma non può sfidare la gravità indefinitamente, riferito al vendere apparecchi dal prezzo superiore a quello medio. Apple esaurirà la sua strategia, si legge, come se fosse una scoperta.
Anche da pensionato, Bill Gates continua a condizionare il modo di pensare.
Non credo che il successo di iPod possa continuare nel lungo termine.
Si sentiva lo schiumare di bile, quando lo ha detto.
Naturalmente iPod non è durato, nel lungo termine. Solo dieci anni, nei quali i prodotti corrispondenti di Microsoft hanno fallito.
Neanche iPhone durerà per sempre. Ma nemmeno Apple, neanche noi e nemmeno il pianeta.
Il punto è avere in mente il dopo. È lì che si decide. Ma il giornalista quadratico medio non ce la fa.