Il 10 ottobre sarò a Roma per tenere un intervento all’edizione locale di Freelancecamp.
Il tema è il lavoro in mobilità e toccherò le questioni hardware solo marginalmente. Gli apparecchi mobili esistono seriamente da vent’anni, chiunque ha almeno un computer in tasca ed è più difficile stare fuori che dentro la rete.
Lato software è tutt’altra faccenda. Iniziamo sì e no adesso a capire come è veramente meglio strutturarsi per lavorare in mobilità. Che nella mia ottica significa due cose: lavorare in modo intercambiabile su qualsiasi apparecchio e dotarsi del software meno intrusivo e più leggero possibile.
Perché mobilità non è più spostarsi, ma alleggerirsi.
Da queste premesse nascono alcune considerazioni come il ricorso a strumenti poveri, formati snelli, versatilità invece di potenza, lavoro affidato quandunque possibile al computer invece che manuale.
Sto mettendo a fuoco le idee e sono interessato a leggere le considerazioni di altri, sul lavorare in mobilità alla fine degli anni dieci.
Ringrazio ciascuno di cuore da subito e prometto di rendere a chiunque il proprio merito; l’intero Freelancecamp sarà trasmesso in streaming e sarà agevole verificare.