Anche il sottoscritto, come Jason Snell di Six Colors (ancorché con ben più modestia), utilizza Editorial per le proprie sessioni di scrittura su iPad (compresa questa).
Snell descrive bene e sveltamente il perché, che riassumo così: Editorial ha alcuni punti di forza fondamentali. Dopo di che ha anche alcune debolezze e Snell svolge un ottimo lavoro di confronto rapido e concreto con altre app più versatili e dotate.
Solo che Editorial ha una possibilità fondamentale: l’automazione.
Il sogno di tutti noi che scriviamo su iPad senza essere autori di fiction o scienziati – per loro c’è LaTeX, praticamente la divinità massima nell’Olimpo dei sistemi di scrittura – è riuscire a fare sulla tavoletta quello che ci consente BBEdit.
Editorial è lontanissimo da questo obiettivo, proprio come ogni altra app in circolazione. In compenso la sua architettura contiene i workflow: già pronti, scritti da altri o scritti da noi, consentono di ridurre il divario, impercettibilmente, un passo per volta, con fatica e in modo macchinoso. Ma concretamente.
Editorial è L’unica app nella propria categoria che può diventare migliore ogni giorno che passa senza dover attendere un aggiornamento e che potrebbe conservare a lungo il proprio valore anche se cessasse il supporto da parte di chi l’ha creata.