Il luogo comune vuole che gli insegnanti facciano tre mesi di vacanza l’anno e certamente non ė vero; sono peraltro convinto che in una data come quella odierna, la gran parte degli insegnanti possa dedicare un quarto d’ora alla lettura della pagina Cinque modi di usare Raspberry Pi in classe.
Raspberry Pi è la fine di tutti gli alibi. Ha un costo stracciato; si installa e si programma facile; incoraggia l’apprendimento trasversale di più discipline; funziona anche su computer-relitti che nessuno ha il coraggio di buttare; dispone di una quantità enorme di contenuti sviluppati da una comunità di appassionati, oltre che di supporto; ha tutto il software necessario per essere produttivi ed è software libero; gli ingombri sono ridicoli. Qualunque sia stata la scusa finora, non regge più.
Anche perché l’articolo, dead simple, mette a disposizione un percorso completo per partire e suggerimenti assai interessanti, per esempio la creazione di un server di eBook che possa erogare ai ragazzi testi liberi prodotti dal Gutenberg Project. Cui i ragazzi, per dire, potrebbero partecipare con la gioia dei docenti di italiano e di lingua straniera.
Tutto quanto qui illustrato è facilmente replicabile attraverso siti e iniziative in italiano. Preferisco lasciare i soli link alle risorse in inglese in quanto, nella scuola italianq di oggi, la seconda lingua costituisce il pons asinorum per i docenti. E voglio che tutti, per amore dei ragazzi o per forza della dignità personale, si trovino ad averlo passato o a volerlo fare. In caso disperato, accetto comunque richieste di aiuto per risorse in italiano.