Per la prima volta la foto di copertina della rivista Bon Appétit è stata scattata con un iPhone.
Certo, non è come scattare con una vera macchina fotografica. Nell’opinione di Alex Grossman, che dopotutto fa solo il direttore creativo per l’editore Condé-Nast, gli scatti presi da iPhone – specialmente quando si va in stampa invece che restare in digitale – non sono completamente confrontabili con una Dslr [Digital Single-Lens Reflex] da 25 mila dollari. Tuttavia, se si scatta nelle giuste condizioni, il 99,9 percento delle persone potrebbe non notare la differenza. I corsivi sono attribuiti a Grossman da TechCrunch.
L’articolo fa presente come sia la prima volta per Bon Appétit ma non certo per i periodici illustrati in genere. E che l’editing degli scatti è stato effettuato direttamente su iPhone con Vsco invece di dover tirare fuori il portatile.
Su Wired appare inoltre un pezzo dedicato a Steve Lacy, diciottenne musicista e produttore che ha già ricevuto la nomination a un premio Grammy ed è comparso in produzioni di altri nomi emergenti del panorama hip-hop americano. Dove, per amore dell’eufemismo, se emergi vuol dire che hai battuto una certa concorrenza.
Lo strumento di lavoro di Lacy è il suo iPhone.
Ha preso confidenza con il software preferito della sua casa discografica, ma funziona su portatile e lì si trova poco. Il suono è troppo asettico e va elaborato prima di risultare adatto alla pubblicazione. Poi l’ispirazione gli viene quando si sente più libero e si sente più libero usando iPhone e GarageBand. Mentre scrivo, apprendo che GarageBand – assieme alle altre app di iWork – è diventato gratis per vecchi e nuovi utenti, senza la limitazione del necessario nuovo acquisto hardware.
Ha deciso di facilitarsi il lavoro e ha preso apparecchiature aggiuntive. Cioè un secondo iPhone.
A diverse persone dovrebbero fischiare le orecchie.