Nel trimestre natalizio iPhone ha superato se stesso con oltre settantotto milioni di unità vendute, oltre le previsioni di chiunque a cominciare dagli analisti, nove scontrini al secondo, un volume (fisico) di affari pari a quello di seicentotrenta carri armati. È tornato a essere la marca di computer da tasca più venduta al mondo, davanti a Samsung. Non se ne erano mai venduti così tanti, a dispetto di chi descrive il mercato come saturo.
iPhone criticatissimo per avere osato rinunciare al jack audio e per costare troppo, in media quattro dollari in più che l’ anno scorso. Ma a quanto pare il pubblico ha pensato diversamente. Abbiamo un nuovo insegnamento da scrivere sulle tavole, la legge di Evans: le critiche dei tecnologi sono generalmente un buon controindicatore della domanda dei consumatori.
Highest-ever iPhone sales. Reminder: technologist complaints about Apple products are generally a good counter-indicator for consumer demand
— Benedict Evans (@BenedictEvans) January 31, 2017
Il bello è che l’assenza di jack audio, nei piani, doveva spingere gli AirPods. I quali, un ritardo dopo l’altro, sono stati indisponibili per la gran parte dell’autunno, mandando in fumo le buone intenzioni. Il record magari poteva essere persino più alto.
Da ricordare sempre: la domanda apre il portafogli, le pretese sono sovente gratuite.