Rubo un titolo a Stefano Bartezzaghi per descrivere la situazione della mia scrivania.
- Alimentazione di MacBook Pro.
- Auricolari.
- Time Machine.
- Hub Usb che collega a sua volta:
- Alimentazione e sincronizzazione di watch.
- Alimentazione e sincronizzazione di iPhone.
- Alimentazione e sincronizzazione di iPad.
- Alimentazione e sincronizzazione di un orologino che mi hanno regalato a un evento e devo ancora decifrare.
Aggiungo, staccati ma presenti sulla scrivania,
- Alimentazione e collegamento di Scanjet 300.
- Alimentazione e aggiornamento di Jambox.
- Alimentazione di Keystation 61 es.
- Collegamento della suddetta Keystation.
Sono sicuro che frugando bene sotto la superficie salterebbe fuori qualcos’altro.
Sono tutti cavi.
A guardare bene l’elenco, si capisce che varie voci potrebbero essere eliminate già oggi. Time Machine, lo scanner, gli auricolari potrebbero collegarsi wireless, per esempio.
Altre voci sono già state eliminate. Per esempio, la connessione al televisore è regolata wireless da tv. Abbiamo abolito la stampante di casa ma quando c’era, era senza fili. E così via.
Il punto è che la mia scrivania oggi è affollata di cavi che si accavallano, intrecciano, annodano, logorano, impolverano.
La prossima rivoluzione, di quelle vere, mica da comunicato stampa, è l’eliminazione di tutti-tutti-tutti i cavi. Compresa l’alimentazione.
E se uscisse un Mac che rinunciasse alle sue componenti professionali per promettermi oggi, qui, subito, it just works, di eliminare il viluppo di cavi sulla mia scrivania, darei priorità assoluta alla tentazione.