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Dal mondo Apple all'universo digitale, in visualizzazione rapida dell'ovvio

14 ott 2016

Scrive bene chi scrive giusto

Attingo dal numero di ottobre, versione su carta, di Scientific American, pagina 6, rubrica Science Agenda, titolo Science Is Not Enough, la scienza non è abbastanza. Originale:

Steve Jobs, who reigned for decades as a tech hero, was neither a coder nor a hardware engineer. He stood out among the tech elite because he brought an artistic sensibility to the redesign of clunky mobile phones and desktop computers. Jobs once declared: “It is in Apple’s DNA that technology alone is not enough—that it’s technology married with liberal arts, married with the humanities, that yield us the result that makes our heart sing”.

Traduzione mia:

Steve Jobs, che ha regnato per decenni come un eroe della tecnologia, non era un programmatore né un ingegnere hardware. È emerso nell’élite tecnologica per avere portato una sensibilità artistica nella riprogettazione di goffi telefoni mobili e computer da scrivania. Una volta Jobs ha dichiarato: “Nel Dna di Apple è scritto che la sola tecnologia non è abbastanza; è invece la tecnologia sposata alle arti liberali e all’umanesimo a portare il risultato che fa cantare il nostro cuore”.

Ecco perché mi batto ovunque perché a scuola sia insegnata la programmazione, esattamente come l’italiano, le lingue, la matematica, la musica, l’educazione fisica e pure la religione (gli atei intelligenti che conosco hanno tutti una profonda conoscenza della religione). La programmazione fa parte del corredo standard, della cultura generale, e non è più una specializzazione.

Nel contempo bisogna conoscere perfettamente l’italiano e al meglio possibile qualsiasi lingua aggiuntiva; capire di storia e di filosofia; capire anche di tipografia e calligrafia. Mac ha avuto sempre il primato nella tipografia perché Jobs frequentò corsi universitari di calligrafia, a perdere, che tornarono a galla anni dopo. Capire Html, ma anche i Css. Conoscere la sintassi di AppleScript, ma anche quella del nostro scrivere. Un programma con un errore di sintassi funziona male o non funziona; l’italiano pure, con la sola differenza che nel caso del programma veniamo avvisati, dunque è più facile riparare.

Sta per cominciare la campagna natalizia e, se posso permettermi un suggerimento, alterniamo un regalo tecnologico e uno umanistico. Arriviamo al 2017 più consapevoli delle nostre doti umane oltre che più orgogliosi di quello che abbiamo imparato davanti allo schermo.

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