Come d’abitudine, per installare iOS 10 ho aspettato il sollecito da parte di iPhone. Sarà anche l’unica installazione a breve termine, perché iPad di terza generazione è rimasto fuori dall’aggiornamento e la sua sostituzione, non essendo necessaria, avverrà più avanti.
Non ho una recensione in mano, solo i primi minuti di utilizzo. Che sono consistiti in una full immersion in Messaggi. (Lo sblocco dello schermo via tasto Home mi ha richiesto un paio di occorrenze per abituarmi; sono abituato).
Sono sorpreso perché un conto è vedere le dimostrazioni, le schermate, gli annunci, un conto è trovarsi l’oggetto sotto le mani.
Se qualcuno pensava che fosse finito il tempo di innovare e che gli aggiornamenti di sistema si riducessero a cosmetica e qualche sistemazione di difetti, ecco che una applicazione viene ribaltata come un calzino e trasformata in una piattaforma di app dentro la piattaforma di app che già è iPhone.
Sembrano gadget, i messaggi finto scritti a mano, le miniapp, il collegamento diretto con la musica presente sull’apparecchio? Non lo sono. Chi comunica come lavoro sa benissimo quanto contano i dettagli e quanto l’atmosfera di un messaggio valga anche più del contenuto vero e proprio. Qui ci sono nuovi linguaggi testualvisivi (o visualtestuali) che è possibile sviluppare per trasmettere una informazione in modo più completo, convincente, avvolgente, anche più ridicolo e spiritoso se ne vale la pena.
Questo lo chiamo un lavoro fatto bene e sono impressionato. Positivamente.
Una sola annotazione generale: su iPhone 5, per ora, la velocità del nuovo sistema è del tutto pari a quella vecchia. Niente rallentamenti o saltelli dell’interfaccia. Però per vedere tutto mi serve ancora del tempo.