Una mail di Stefano fa risuonare delle corde cui sono estremamente sensibile.
Esigenze di lavoro mi hanno prima portato negli Stati Uniti e subito dopo in Iran a distanza di pochi giorni.
Paesi molto distanti l’uno dall’altro, non solo in latitudine.
Tra le mille differenze riscontrate, senza toccare le facili derive politiche che nulla hanno a che fare con le persone che incontri per strada, vorrei evidenziarne una: Internet e il suo controllo. In arrivo dagli USA con libero accesso in ogni dove con reti Wi-Fi, mi ritrovo a Teheran col firewall governativo che inibisce molto, inclusi i servizi delle big corporation targate USA come Facebook e Apple.
Si naviga a rilento e con molti limiti: oltre che frustrante è davvero odioso. Ripeto: al di là di ogni altra considerazione in tema di diritti umani.
Siamo nel 2016: la libera connessione è oramai entrata a gamba tesa nella lista dei diritti fondamentali dell’uomo moderno.
Ecco: dimmi che rete hai e ti dirò quanto sei progredito. Purtroppo non siamo messi benissimo.