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Dal mondo Apple all'universo digitale, in visualizzazione rapida dell'ovvio

20 gen 2016

La nuova disobbedienza

Fa riflettere, con tenerezza, il quadretto che mi ha disegnato Piergiovanni intitolato mamma contro Siri.

Ricordi Lux, quando si parlava di “human interface”… Ho sentito mia madre – 83 anni – litigare (furiosamente) con Siri che, per ignoti motivi, le ha interrotto una partita a dama (giocava sull’iPad di mio fratello) per chiederle non so cosa. Mia madre non l’ha presa bene e gli ha intimato, nei toni da genitore, di riprendere subito la partita. Siri, servizievole, desiderava sapere se avesse bisogno d’aiuto. Lei lo ha sgridato e gli diceva: fammi giocare a dama, ho detto! Siri non capiva (e secondo me lo faceva apposta) e lei lo ha insultato. Giuro. Siri ha scritto “no no” e le ha riaperto il gioco. Io sto ancora ridendo. La cosa buffa è che mia madre è convinta che Siri sia una persona e le parli davvero! E mia moglie che non voleva regalarle un iPhone! :-)

A casa mia, al mattino, la piccolina raggiunge il comodino del papà dove dorme iPad e preme il pulsante Home, sapendo che a) si udirà il segnale acustico di Siri, b) il papà borbotterà nel dormiveglia qualcosa tipo buongiorno, c) Siri risponderà a tono con divertimento dell’infante.

A dirla tutta Siri e le varie altre incarnazioni in tema sono lontanissime da quello che desidereremmo trovare in una vera interfaccia vocale. Certo, però, la capacità infantile di trovare divertente il buongiorno dell’interfaccia, o quella senile di apostrofarla per bene quando non fa il suo dovere, sono cose che a tutte le altre interfacce sono sempre mancate. Oltre che un pezzo importante del puzzle, anche quando scappa da ridere a chi ascolta.

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