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Dal mondo Apple all'universo digitale, in visualizzazione rapida dell'ovvio

25 giu 2015

Mestieri e programmi

Era rimasta una questione aperta legata all’utilizzo di formati il più possibile testuali, liberi e magari pure semplici.

La vedo legata a doppio filo con un’altra questione: l’insegnamento a scuola delle tecniche mettendo in secondo piano quello dei programmi.

Siamo piagati dall’idea che per sapere fare qualcosa bisogna saper usare il programma che fa quella cosa. È una fabbrica di coatti: non bisogna imparare Excel ma conoscere i principî di un foglio elettronico. Non bisogna imparare a usare R ma studiare statistica, calcolo combinatorio eccetera. E poi, che sia R o altro, comunque non si resterà mai a piedi. Non bisogna sapere usare Photoshop, ma conoscere la teoria dei colori il resto che serve nella fotografia e nel fotoritocco. E così via.

Se impariamo a usare MathML invece dell’editor di equazioni di Word, potremo mettere equazioni perfettamente disegnate ovunque. (MathML, già che siamo qui, è diventato standard.

Poco convinti? Ecco il racconto di gente che ha perso il lavoro perché, invece di conoscere la materia, conosceva un programma specializzato in quella materia.

Il mondo sta davvero cambiando. Servono i fondamentali; gli strumenti vanno e vengono. Guai a legarsi a uno strumento, a dipendere da un software.

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