Monument Valley ha vinto un premio Apple Design per il 2014 e soprattutto, per la cifra rovinafamiglie di 3,99 euro, offre una esperienza di gioco mai vista prima; come dicono gli autori, ogni livello deve funzionare – si perdoni il calembour – su tre piani che sono il gioco, l’architettura e la forma grafica.
Prima di tirare fuori i quattro euro – che potrebbero addirittura diventare sei se si cede alla sirena dell’espansione in-app Forgotten Shores – si può visitare il sito ufficiale del gioco e guardarsi un tris di filmati interessanti.
Chi è che permette a questa creatività di manifestarsi? I finanziatori naturalmente, cioè il pubblico. Dal blog di sviluppo sappiamo che Monument Valley ha incassato finora quasi sei milioni di dollari. Un investimento riuscito, perché il gioco è costato 852 mila dollari nella versione base per 55 settimane di lavoro, più altri 549 mila dollari e 29 settimane di fatiche per l’espansione Forgotten Shores.
Su due milioni e mezzo di copie vendute, 1,7 milioni sono iOS; mezzo milione, Amazon Fire; Google Play trecentomila.
Se Monument Valley avesse dovuto contare su Android, neanche avrebbe recuperato i costi di produzione.
Se c’è progresso nel software per aggeggi da tasca, è perché c’è iOS. Altri parassitano. Sono tempi in cui per avere qualità bisogna avere il coraggio di restare in alto.