Un po’ tutti sono saltati in groppa alla storia delle attricette nude per guardarsi le foto con una buona scusa e soprattutto per massacrare il bersaglio grosso, cioè iCloud, troppo saporito per rinunciare alla tentazione di mordere anche un po’ a casaccio.
La verità è che iCloud c’entra relativamente. Apple ha ragione a dichiarare che il sistema non è stato violato; contemporaneamente sono però emerse alcune debolezze della struttura che potrebbero avere facilitato il compito.
Volevo scrivere una cosa più lunga e dettagliata, solo che la nuova arrivata in famiglia a volte sconvolge l’agenda in modo ancora notevole. Ci stiamo organizzando, ma può ancora accadere che il post parta alle quattro del mattino e soprattutto con scarsa lucidità residua.
Mi limito dunque ad annotazioni veloci, sperando di tornare sul tema prossimamente con maggiore agio.
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iCloud e altri sistemi (tra cui per esempio Dropbox) non sono stati violati, altrimenti si parlerebbe di milioni di foto e non solo delle attricette; sono stati condotti attacchi mirati verso gli individui, non verso il sistema. Questo comporta per esempio che l’anello debole sia un portatile o un telefono, non il cloud.
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Esiste una Internet dei bassifondi dove si muovono decine, centinaia, migliaia di soggetti, che si cimentano in imprese come questa da molti anni e alimentano un sistema di commerci notevole. Lo scandalo pubblico è cosa di ieri, ma si trafugano foto personali dai servizi cloud da quando esistono e le foto comparse in rete in questi giorni hanno richiesto anni di sforzi.
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Comunque sia, i dati su Internet sono robusti quanto la password che si usa. È legittimo chiedere sistemi sicuri, ma poi la password deve essere ottima, specialmente se si ritiene di poter finire nel mirino in quanto personaggio pubblico.
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Se hai foto nude, per quanto sia forte la password, conviene non tenerle in rete. Mai, qualunque sistema tu stia usando.
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Gli unici dati sicuri in rete, password a parte, sono quelli cifrati.
Fino a nuovo ordine, la lettura per capire la portata del fenomeno è Notes on Celebrity Data Theft di Nik CUbrilovic.