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Dal mondo Apple all'universo digitale, in visualizzazione rapida dell'ovvio

12 giu 2014

Chi ci capisce è bravo

Di fronte a un Wwdc, evento per programmatori, è facile dare giudizi sull’onda del momento, più basati sugli annunci ufficiali che sulla sostanza effettiva, e lasciarsi sfuggire il contenuto vero e solido dell’intera settimana.

Justin Williams, sviluppatore Second Gear e coautore di Glassboard, è partito per il Wwdc con questo stato d’animo:

La mia confidenza nella piattaforma iOS era andata affievolendosi negli ultimi dodici mesi. iOS 7 era un aggiornamento duro da mandare giù in termini di cambiamenti e lavoro da essi provocato. Una rivisitazione visiva discutibile e pochi miglioramenti a una esperienza di base che alla fine si percepiva indietro a quello che andava offrendo la concorrenza.

Così Williams è tornato:

Poi, in due ore, Apple mi ha zittito. Hanno offerto praticamente una soluzione per ciascun singolo problema che avevo rimuginato negli ultimi cinque anni. Extensions, CloudKit, un nuovo iTunes Connect. E Swift, un linguaggio di programmazione interamente nuovo che con tutta probabilità darà forza al futuro dello sviluppo iOS e OS X per gli anni a venire.

Non è che sia caduto folgorato sulla strada verso San Francisco; il post è ben più articolato di così e contiene anche una nuova lista di cose per le quali lamentarsi nei prossimi cinque anni. Tuttavia trattasi di parere concreto, fondato, di un professionista e non tra gli ultimi arrivati.

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