Quello che fa Apple può piacere e non piacere. Anche e doverosamente in forma mista, perché Mavericks è meritevole, Server è acerbo. I prodotti e le combinazioni sono tanti e tali che non può essere tutto allo stesso livello. Qualche volta i risultati sono inferiori alle aspettative. E non è che quando c’era Steve fosse diverso.
È inaccettabile il vedere e frequentare Apple da anni, da decenni, e fare finta che le cose succedano per la prima volta. Ignorare scientemente come funziona e meravigliarsi ogni volta perché funziona nel mondo in cui funziona.
È apparsa una pagina su Funzioni e compatibilità del nuovo iWork per Mac:
Queste applicazioni sono state riscritte da capo perché avessero il pieno supporto dei 64 bit e per riconoscere un formato di file unificato tra le versioni Mac e iOS 7, oltre che per la beta di iWork per iCloud.
Questo era lo scopo. Certo, si sono perse funzioni per strada.
Contiamo di reintrodurne alcune nei prossimi aggiornamenti e continueremo su base regolare ad aggiungere nuove funzioni.
Segue elenco di alcune delle funzioni che torneranno nei prossimi sei mesi.
Può piacere o non piacere.
Chi c’era due anni fa, però, ha certamente visto e sentito ciò che è successo due anni fa con Final Cut Pro X. Stessa cosa, con riscrittura del programma e annuncio delle funzioni che torneranno. Se domani arriverà un’altra svolta tecnologica (iOS sta compiendo il balzo verso i 64 bit), il copione si ripeterà identico oppure significherà che Apple è cambiata radicalmente, eventualità per adesso non verificatasi.
Apple funziona così. Prendere o lasciare; criticare è doveroso, affettare meraviglia e indignazione è stucchevole.