Su Macity hanno avuto il coraggio di scrivere
Pe il momento è consigliabile evitare di collegare qualsiasi disco fisso esterno ai Mac che funzionano con OS X 10.9 Mavericks.
(Sì, però).
È una stupidaggine siderale. Significa quasi sempre rinunciare al proprio backup Time Machine. Se qualcuno ama buttare il proprio tempo a leggere cretinate, almeno ignori questa.
È vero invece che Mavericks ha problemi con dischi Western Digital. Se nel sistema è in funzione software Western Digital adibito alla gestione dei dischi, meglio spegnerlo – ora – e disinstallarlo, poi spegnere Mac e riaccendere. Potrebbe non bastare; al momento, non è sicuro usare dischi esterni Western Digital con Mavericks ed è totalmente sconsigliato usare le utility di gestione che arrivano insieme al disco (è sempre sconsigliato).
In agosto avevo giustappunto vissuto problemi con il disco Western Digital addetto a Time Machine, in uso con la Developer Preview di Mavericks, e avevo sospettato anche un problema al sistema operativo, in versione provvisoria. Adesso sappiamo che i programmatori Western Digital sono stati un po’ distratti.
Ogni altra cosa si legga su quell’articolo di Macity è frutto di una digestione difficile o del jet lag dell’autore.
Per quanto riguarda le altre segnalazioni nella pagina, in particolare quelle su Seagate e LaCie, segnalo che il mio nuovo disco Time Machine (LaCie, quindi Seagate) non perde un colpo e ha nessun problema. I dischi rigidi hanno una vita limitata e accade che un errore porti alla perdita dei dati. Succede a chiunque, ovunque, in questo stesso istante. Trasformare segnalazioni singole in un caso generale richiede fantasia e impreparazione.
Altra cosa: se sei professionista, sai che i tuoi dati sono al sicuro. Hai un piano nel caso fallisca il disco interno, nel caso fallisca il disco Time Machine, nel caso fallisca il disco che fa backup a Time Machine e in qualsiasi altro caso. Altrimenti non sei professionista, o i tuoi dati hanno zero valore.
Si devono valutare il valore dei dati e predisporre le copie adeguate, su disco, su Internet, su nastro, dove sembra opportuno. A salvare i dati digitali sono le copie, da sempre.
Sul web la legge è diversa. Davanti a periodi come
Alcuni professionisti e utenti che conservano dati importanti di lavoro dichiarano che i più diffusi software di recupero dati risultano inutili e che saranno costretti a richiedere il recupero dati professionale che può arrivare a costare oltre 1.00 dollari o euro per intervento.
Uno punto zero. Dollari o euro. Si capisce come vivere copiando, senza capire e senza sapere, sia una disgrazia.