Da anni è noto come si possano impiegare gelatina, plastilina o silicone per ottenere finte impronte digitali capaci di ingannare un sensore.
Anni fa è successo in Malesia che, per rubare un’auto collegata alle impronte digitali del proprietario, i ladri gli abbiano tagliato l’indice.
Sulla base di questi precedenti, c’è chi ha approfittato dell’annuncio di Touch ID su iPhone 5S per spargere ilarità o allarmismo a seconda del tasso alcolico.
Il sensore su iPhone 5S utilizza tecnologie di riconoscimento della carica elettrica del corpo umano e pertanto opera solo in presenza di tessuti viventi.
Il dito di gelatina non funziona. Il dito mozzato tecnicamente è vivo – cioè conserva la carica elettrica – per qualche istante e poi più, per cui operativamente non funzionerà.
In attesa di eventuali conferme sperimentali che non ci auguriamo, ovviamente, è inutile farsi toccare dalle battute e dalle sciocchezze.