Ipotizziamo per un momento che io abbia una qualche fama di rapper. Tre giorni prima che esca il mio nuovo album, lo concedo in anteprima a chi volesse scaricarne i brani tramite una app.
Al momento di installarsi, la app chiede le seguenti autorizzazioni:
- modificare e cancellare contenuti sul telefono
- disabilitare a volontà lo standby del telefono e sapere che altre app sono in funzione
- conoscere la posizione geografica
- accesso pieno alla connessione Internet
- sapere con chi stiamo parlando al telefono
- partire automaticamente all’accensione del telefono
- tentare di accedere a spazi di memoria protetti contro la scrittura
- controllare la funzione di vibrazione del telefono
- sapere che account sono attivi sul telefono
E poi è naturalmente obbligatorio registrarsi con un account Facebook o Twitter.
Questo ecosistema Apple sta veramente esagerando con le sue smanie di controllo.
No, un momento: è la app del rapper Jay Z, per apparecchi Samsung.
Dove tutto costa meno e si impara a comportarsi come si deve. Come zerbini ansiosi di ricevere sedici canzoni campionate a qualità appena decente.