Vorrei averlo scritto. Posso citarlo però.
Come persona di marketing, so che la gente valuta i prodotti nei fatti ma decide di comprarli in base a che cosa sente. I prodotti Apple tengono viva nelle persone una sorta di folle speranza. È la speranza della modernità: che nuove idee possano renderci migliori. Parte del genio di Apple è offrire queste idee in un modo che festeggia l’umanità e le cose che ci rendono umani (come il piacere che si prova ascoltando una dietro l’altra due canzoni che mai avremmo messo insieme, grazie a iPod in modalità casuale, una cosa possibile perché Apple ha capito che sarebbe stato grande poter portare sempre con sé tutta la propria musica).
Poi c’è questo: Apple raggiunge la grandezza senza scusarsi. Quote di mercato e profitti sono importanti solo come conseguenze. Non sono il primo scopo, che è raggiungere l’insanely great, il follemente grande. Come se fossero alla ricerca di un Graal (il professor Jones disse al figlio Indiana: la ricerca del Graal è la ricerca del Divino che sta in tutti noi).
Sì, è solo metallo, plastica, silicio. Sì, Apple incassa un sacco di denaro. Ma queste due osservazioni mancano completamente il punto riguardo ad Apple. È questione di ispirazione, speranza e di prendere in mano il futuro e il posto che vi avrà l’umanità.