L’italianissimo (anche se per l’abitudine i suoi lineamenti sembrano sempre più orientali!) amministratore delegato di Acer Gianfranco Lanci ha dichiarato di mirare al 10-20 percento del mercato tablet nel breve termine e puntare alla leadership nel giro di due o tre anni.
A parte il fatto che il dieci percento in tre anni è una cosa molto diversa dal venti percento in due anni (sono margini molto, molto ampi e vaghi), va notato che Acer non ha ancora materialmente messo in vendita le proprie tavolette, appena annunciate.
È il mercato che più di tutti ha visto retromarce, promesse mancate, prodotti abbandonati, flop immediati e ambizioni di carta. iPad è arrivato ad aprile scorso e la concorrenza, in sostanza, non esiste. Strategy Analytics sostiene che iPad detenga il 95 percento del mercato, un dato che neanche Windows ha mai raggiunto.
È un dato che non significa niente, se non appunto che in questi mesi la concorrenza è stata inesistente, nonostante fosse stato annunciato un po’ di tutti un po’ da tutti in arrivo tra estate e autunno.
Ma significano niente anche le dichiarazioni di Acer se non si mettono in conto i profitti. Nel 2009 l’azienda taiwanese ha realizzato, in termini di percentuale di mercato, circa quanto Apple; ma quest’ultima ha guadagnato sei volte di più.
Conquistare la leadership quantitativa sul mercato non significa niente, perché uno può raggiungerla anche vendendo a prezzi stracciati. Samsung ha potuto vantare seicentomila Galaxy Tab venduti nel primo mese, ma poi ha abbattuto i prezzi in diversi Paesi europei. Se vendi guadagnando molto meno del previsto, o poco comunque, non è tutto questo gran successo.
Se non si fanno queste considerazioni sembra che uno annunci che il suo nuovo prodotto, per ora comprato e provato da nessuno, farà grandi risultati e che gli si crede così d’acchito, come se si avesse l’anello al naso.