Di questo post avrei fatto volentieri un editoriale e l’ho scritto come tale, senza preoccuparmi troppo dei link. Del resto sono fatti noti e stranoti.
Un alto dirigente Nokia se l’è presa molto con Apple perché, durante la presentazione di iPhone 4, Scott Forstall ha pronunciato le parole connecting people. Un po’ come se un signore di Tim dicesse a un convegno sono lieto di vedere questo pubblico tutto intorno a me e lo accusassero di rubare lo slogan di Vodafone.
Nel frattempo l’amministratore delegato di Nokia è stato defenestrato. La ragione è che Apple e Rim stanno divorando i suoi profitti e Nokia non ha una risposta valida. Forse sarebbe meglio produrre prodotti migliori e stare più zitti. A gennaio 2007 c’era chi faceva confronti tra l’e61i di Nokia e l’annunciato iPhone, un confronto impari, stando alla lista della spesa. E nel 1998 è arrivato N97, l’iPhone killer.
Se ne sono andati anche l’amministratore delegato di Hewlett-Packard e quello di Nbc Universal. Un’azienda è la prima costruttrice mondiale di computer, l’altra quella che più di tutte ha combattuto con Apple per imporre il proprio punto di vista su iTunes. Apple c’entra molto relativamente o addirittura per niente, per carità. Però, però.
Al posto dell’amministratore delegato è arrivato un dirigente di Microsoft, senza suscitare esplosioni di entusiasmo.
Microsoft ha inscenato un funerale di iPhone. La goliardia ci sta sempre: dopotutto, quindici anni fa, Apple aveva le t-shirt CNGRTLTNS.W95 a significare che, sotto il nuovo e scintillante Windows, era nascosto il neanderthaliano Dos. Ma i creativi di Microsoft lo hanno ballato al ritmo di Thriller e, se per annunciare un nuovo sistema operativo per smartphone del 2010 si usa musica del 1982, beh, a me non pare un gran buon segno (per non dire che i detenuti filippini vanno molto più a tempo). Certo, nel 1982 non c’era ancora Mac. E nessuno ha celebrato il funerale a Kin, smartphone di mezzo di Microsoft scomparso dopo due mesi di vendite catastrofiche, ché il provider Verizon ha deciso di restituire l’invenduto a Microsoft una volta constatato che non funzionava neanche scontato del cinquanta percento.
Sistema operativo per smartphone, Windows Phone 7, che debutta senza multitasking, senza copia e incolla e senza tethering. Del tutto a ragione: come Apple ha dimostrato a pieno titolo, si tratta di funzioni che su uno smartphone stanno benissimo ma non sono prioritarie e si possono aggiungere con tutta calma. Il multitasking o il copia e incolla non fanno vendere neanche un apparecchio in più. Quello che sorprende – non tanto – è il silenzio di quanti hanno criticato iPhone per la mancanza di questo o quell’altro e oggi, quando Microsoft esce con un sistema operativo fermo da questo punto di vista al 2007, sono tutti allineati e coperti e guai a chi fiata.
E vorrei anche dire che a gennaio Steve Ballmer, amministratore delegato di Microsoft, ha presentato in pubblico un computer-tavoletta. Pochi giorni dopo lo ha fatto anche Apple, che ne ha venduti oltre sette milioni. La tavoletta targata Windows, a oggi, neanche uno: non è ancora in vendita. Gira il video di un supposto prototipo che ha un pulsante hardware per simulare Ctrl-Canc-Delete.
Microsoft non è più la prima azienda informatica per capitalizzazione di mercato. Apple l’ha superata mesi fa e ora il divario si è allargato. Dell, il cui proprietario disse molti anni fa che sarebbe stato il caso di chiudere Apple e ridare i soldi agli azionisti, ha una capitalizzazione undici volte inferiore a quella di Apple.
YouTube ha inaugurato la sua Time Machine: la grafica mi ricorda qualcosa, il Time Machine liquidato da più parti come una funzioncina secondaria. Che però un segno lo ha lasciato.
Argomento di riflessione: non sarebbe meglio formulare giudizi con meno fretta, su tutto? Se non altro si combatte la caduta dei capelli per troppo pensare.