A completamento delle discussioni nate rispetto al caso del fotografo che apprezza iPhone, suggerisco di dare un’occhiata a questo video accelerato.
Mostra la nascita di una copertina di Macworld Usa, dallo studio fotografico fino alla copia stampata. La copertina è stata realizzata da Peter Belanger, fotografo abituale di Macworld, e riguarda tra l’altro iPhone 3GS.
Anche il non addentro alla fotografia professionale converrà che realizzare uno scatto di copertina non è cosa da poco e richiede persone, risorse, strumenti, competenza, capacità.
Adesso è ora di guardare le foto di backstage del lavoro compiuto da Belanger per realizzare un’altra copertina, dedicata a iPhone 4.
La particolarità del lavoro, scrive Belanger, è che normalmente per una foto di copertina lui usa una Phase One P65+, fotocamera digitale da sessanta megapixel. Ma questa volta il risultato doveva essere raggiunto scattando con (un altro) iPhone 4, che a parte qualità dell’obiettivo e altre considerazioni, con i suoi cinque megapixel, crea immagini grandi la dodicesima parte.
Non solo: la postproduzione è avvenuta esclusivamente su iPhone 4, con app disponibili per iPhone (PhotoForge e Resize-Photo). Belanger racconta che avrebbe desiderato avere a disposizione una terza app, Camera+ 1.2, non ancora uscita al momento della foto.
Per giudicare il risultato bisognerebbe avere in mano la copertina stampata. Possiamo però giudicare il lavoro, sicuramente professionale e generabile da un bravissimo solista che solo abbia in mano uno strumento adeguato.
Commenta la redazione di Macworld Usa: iPhone 4 è pronto per un uso intensivo come strumento per la realizzazione di periodici? Probabilmente no. Ma la sua fotocamera è di qualità rimarchevolmente alta. Non avremmo mai detto la stessa cosa della fotocamera dell’iPhone originale, ma nei tre anni intercorsi Apple e iPhone hanno fatto molto strada.
Si intende che è possibile dubitare delle foto e del filmato qui linkato. Come bisognerebbe fare, d’altronde, nei confronti di tutta la fuffa certamente non professionale di quanti hanno scritto, filmato e favoleggiato sul death grip. Tutto preso subito come autentico, decisivo, definitivo e dimostrato senza appello.