Matt Deatherage di Mdj (in letargo pubblicativo, ma sempre vigile) ha scritto varie cose interessanti sulla propria mailing list. Riassumo alcune note fondamentali:
Aggiornamenti Mac: beh. Tutto prima o poi viene aggiornato. Apple non ha la mentalità da branco dei fabbricanti di Pc generici e non sente il bisogno di spingere una macchina sul mercato nel giorno stesso in cui diventa disponibile un chip Intel. Il mercato finora va bene e le vendite continuano ad aumentare. […]
Nonostante il piagnisteo pre-iPad di quelli che volevano un netbook Mac, Steve Jobs ha detto chiaramente che un computer sottodimensionato in potenza e e dimensioni – praticamente il MacBook di tre anni fa in un telaio più piccolo – non è un prodotto che Apple vuole propinare ai propri clienti, neanche se i clienti lo chiedono. Apple ritiene che l’“ultramobilità” stia andando in una direzione diversa, come qualcuno potrebbe essersi accorto da quei due miliardi e mezzo di articoli su qualcosa chiamato iPad. […]
Non credo che Mac stia “estinguendosi”. L’intera strategia di Apple si basa sul disporre delle proprie piattaforme, hardware e software, e non c’è alcun segno che la crescita di Mac stia rallentando, né che la tendenza si stia invertendo. Ma l’attenzione interamente dedicata a Mac che vedevamo dieci anni fa, con versioni fondamentali del software di sistema quasi ogni anno e tutte le gamme di prodotto rinnovate ogni 8-10 mesi, è probabilmente terminata per il futuro prevedibile.
Sono un po’ stanco di sentire gente che pensa a Mac come se fosse il 1999. È il 2010 e il panorama dell’informatica è cambiato. I progressi tecnologici sono diventati incrementali e non sono più i salti quantici di una volta; avere subito il nuovo processore o la nuova scheda video fanno realmente la differenza per pochissimi. Pochissimi che, se le prestazioni sono realmente la prima cosa, dovrebbero puntare a un Mac Pro invece che su un portatile dagli inevitabili compromessi.
Ugualmente, la nozione che Apple non abbia interesse su Mac perché c’è da lanciare iPad è, al minimo, infantile.