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Dal mondo Apple all'universo digitale, in visualizzazione rapida dell'ovvio

19 feb 2010

L'insostenibile leggerezza dell'essere Mac

Seduto in treno, chiudo il MacBook Pro 17” per prepararmi a scendere e un signore mi chiede ma quanto pesa il suo computer, che è così sottile?

Tre chili e qualcosa. Glielo faccio soppesare.

Più o meno come il mio, commenta, ma il mio è spesso il doppio… e mi devo portare dietro l’alimentatore…

In effetti sono in giro per appuntamenti, con lo zaino minimale e il solo computer.

Il suo è un Toshiba, 16” o 17”, non capisco bene. Effettivamente lo spessore è doppio del mio. Il materiale è plastica a buon mercato. Deve essere spesso per forza.

La scena di vita vissuta termina qui, perché devo scendere. Considero che a tavolino chiunque mi critica il portatile perché gli manca qualcosa. Il senso comune vuole Blu-ray, due batterie, questa porta, quel collegamento, il processore del momento, il gadget che devono avere tutti eccetera.

Ma i portatili, lo dice la parola stessa, si portano. E la gente, in verità, vuole viaggiare leggera.

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