Niente meglio di un inizio anno è opportuno per segnalare tendenze importanti.
OnLive ha messo a punto un sistema che permette di giocare su un server remoto. E fin qui, chi se ne frega.
Il fatto è che tutto quello che serve su Mac e su Pc è un plugin per il browser. Niente attese di scaricamento, niente ingombro sul disco rigido.
Il fatto è che la stessa cosa si fa con il televisore, previa connessione a un aggeggino da due soldi grande come un disco rigido portatile e un controller stile console (se questa cosa attecchisce, le console dovranno reinventarsi e non poco).
Il fatto è che la qualità è sempre massima, indipendentemente dalla configurazione locale (mica per niente è sufficiente un televisore).
Il fatto è che ci sono modi per partecipare anche da un iPhone o altro apparecchio mobile.
Il fatto è che si può guardare sulla propria tivù quello che stanno facendo altri giocatori, come se fosse uno spettacolo.
Il fatto è che esiste interazione tra giocatori e anche tra spettatori.
Il servizio potrebbe diventare operativo già quest’anno, ovviamente negli Stati Uniti, per il fatto che lì il 70 percento delle case ha già una due megabit vera e il ventisei percento ha una cinque megabit vera, che serve per l’alta definizione.
Consiglio vivamente di sorbirsi il lunghissimo video di presentazione del servizio. Se io mi sono sorbito un video di quarantotto minuti, vuol proprio dire che è il caso.
A margine, Steve Perlman, l’animatore di OnLive, è un ex QuickTime Guru di Apple. Sempre a margine, è da notare il portatile con cui tiene la propria presentazione.
Sempre a margine, Perlman tiene la propria dimostrazione in una auletta della Columbia University, davanti a una platea di studenti, invece che in un centro congressi o in un albergo davanti a una platea di giornalisti snobboni annoiati e incompetenti, in camicia invece che in completo sartoriale. Motivi in più per i quali una cosa del genere nasce per forza negli Stati Uniti.