Cito da un recente editoriale comparso sulla stampa italiana.
Informazione. Che il 2010 sia l’anno delle grandi pulizie. Anche nella “barra dei preferiti”. Anche nelle scelte che si fanno all’accensione del computer o dello smartphone (You Got Mail!). La mente individuale e collettiva deve tenersi sgombra. La rete imbriglia le facoltà. È un grande strumento di liberazione dai limiti della conoscenza, ma non le è estraneo un elemento di impostura, di vizio, di abbrutimento informativo, educativo, di demenza (e niente è più pericoloso della demenza giovanile, ché quella senile è nel conto da secoli, più o meno sappiamo come regolarci). Fare pulizia significa esercitare un dominio pieno e fermo su qualcosa che per definizione tende a espropriare il tuo tempo, a segmentare la tua intelligenza delle cose, a farti perdere la sfericità umanistica di un vero processo di conoscenza, con il suo ordine di priorità, la sua gerarchia piramidale e non reticolare, la sua essenza orale e conversativa.
Serve un buon proposito per il nuovo anno? Facile. Meno spazzatura nel browser. Meno vapore con il punto interrogativo spacciato per notizia. Meno spezzoni divertentissimi (il primo, la prima volta) da YouTube e analoghi. Meno fiducia in chiunque non sia padrone di quello che dice, ma lo riporti acriticamente e in modo acefalo da qualcun altro, di terza, quarta, quinta mano. Forse non tutti sono al corrente, ma Google ha sviluppato servizi di traduzione automatica che ora sono buoni e consentono di leggere più che decentemente una notizia scritta in un’altra lingua. Se qualcuno ha da aggiungere di suo solo una cattiva e talvolta inesatta traduzione, il suo lavoro vale come quello dei bot di Google. E la tua attenzione si spreca su roba di pessimo valore.