Quando sparano scemenze sul futuro, gli analisti tengono perfettamente fede al loro nome. La parte del corpo usata per lavorare è quella.
Quando invece raccolgono i fatti sul passato, svolgono un lavoro preziosissimo.
Così Morgan Stanley, nello sparare una vasta serie di scemenze sul futuro dell’Internet mobile, ha raccolto una messe di informazioni impressionante sull’andamento di iPhone e iPod touch e dell’ecosistema che essi formano assieme a iTunes.
L’ecosistema è quello cresciuto più velocemente di tutti, il doppio della giapponese DoCoMo (tutti sappiamo quanto siano frenetici e attaccati ai loro cellulari i giapponesi), il quintuplo di Netscape ai tempi del primo boom di Internet, l’ottuplo di America On Line che praticamente ha dato la prima Internet ai primi americani.
Primo fatto: Apple è due/tre anni avanti sulla concorrenza. E questo sistema le chiacchiere sui vari iPhone killer.
Secondo: iPhone e iPod touch rappresentano il 17 percento degli smartphone ma il 65 percento del traffico web e il 50 percento dell’uso di applicazioni mobile. Se questo non spiega chiaramente che con iPhone la gente va e sta su Internet più volentieri che con qualsiasi altro aggeggio, non so proprio che altro fare.
L’uso di applicazioni si sposa bene con un altro fatto: l’americano medio passa 40 minuti al giorno al cellulare, per il 70 percento in chiamate. L’americano medio con iPhone passa 60 minuti al giorno sull’apparecchio e solo il 45 percento del tempo va in chiamate. Palesemente è un apparecchio diverso dagli altri nella sua categoria.
Ultimo fatto: Facebook ha 350 mila applicazioni e anno su anno è cresciuto del 137 percento. iPhone ha centomila applicazioni e anno su anno è cresciuto del 163 percento. Considerato che Facebook è gratis e iPhone costa soldi veri e non pochi, chi sta veramente cambiando il mondo?
iPhone è un add-on alle nostre vite, non un cellulare.
Per i maniaci, ci sono due sintetiche fonti di dati e informazioni, una da 659 slide e una da 424 pagine. Gli analisti vanno forte anche con la sintesi.