È nota la tendenza generale italiana a salire sul carro del vincitore.
Linguisticamente esiste la tendenza a salire sul carro di quello che si suppone sarà il vincitore.
Per questo, negli anni ottanta, sembrava che senza sapere il russo o quanto meno il serbo-croato uno non avrebbe contato nulla. Poi il blocco sovietico si è sciolto e oggi i corsi di russo non vanno più come prima. Oggi chi non ha in tasca il cinese mandarino, o almeno un po’ di arabo, porta impresso il marchio del perdente.
Forse è vero in generale, ma nel campo del software starei attento a dati come quelli forniti da Wil Shipley, attinenti a Delicious Monster e Omni Group.
Salta fuori che si farebbe molto meglio a imparare tedesco, francese, giapponese. E che ben più del cinese conta l’italiano.
Campo di applicazione ristrettissimo, sono il primo a convenirne. Tuttavia c’è da riflettere sulla situazione che descrivono i media, e quella che uno si sente intorno, e quanto questa sia differente dalla realtà concreta. Il carro del vincitore a volte è proprio piccolino.