Trovo ingiusto che le prime pagine dei giornali e dei siti non siano dedicate a Google Chrome Frame.
Per chi non lo sapesse, è un plugin di Chrome, il browser di Google, che si installa in Internet Explorer e lo trasforma in Chrome. Meglio, fa passare la navigazione e l’esecuzione di JavaScript attraverso il motore di Chrome, anche se si usa Explorer.
Non è un divertissement; la mossa influisce sui dati di traffico e se appena appena il pubblico si accorge che le prestazioni del plugin (mica del browser concorrente, del plugin) sono quasi dieci volte quelle del browser, e la cosa prende piede sui siti, Internet Explorer rischia di diventare un’arma strategica nelle mani di… Google.
Se uno pensa che Microsoft è arrivata a fondere Explorer nel sistema operativo e ha sopportato multe per un miliardo e passa di euro pur di continuare a farlo, si capisce che la mossa di Google è ultraintelligente e Microsoft invece è rimasta ferma per ben più di un giro.
L’azienda più ricca e potente del mondo per ora ha saputo solamente sconsigliare l’adozione del plugin, per ragioni di… sicurezza. Google ha avuto buon gioco nel mostrare che Chrome Frame, semmai, aumenta la sicurezza di Explorer. Qualcuno ha ironizzato: se i plugin sono pericolosi per la sicurezza, Microsoft dovrebbe suggerire ai propri utenti di disinstallare Silverlight!
È una vicenda da seguire perché diventerà vieppiù interessante. Nel frattempo noto che Chrome Frame arriva da Google, che ha usato WebKit di Apple, la quale lo ha creato a partire da Khtml, open source.
La miccia accesa da programmatori volontari ed entusiasti è attaccata a un ordigno nel giardino del gigante Golia del software, quello che ha chiamato il software libero cancro della proprietà intellettuale.
Vediamo che succede. Mi vengono in mente quei palazzi sottoposti a demolizione controllata.