Microsoft avrebbe un ritmo interno di produzione che le ha impedito di essere aggiornata sui progressi dello standard Odf e le mancanze di Office nel leggere correttamente i formati di OpenOffice.org, nonostante le promesse, sarebbero dovute a questo e non, a quanto sembra, a malafede.
Spero che sia vero. Di sicuro, più il processo è lento più fa comodo a Microsoft.
Per capire con chi si ha a che fare, facciamo un salto in Europa.
La Commissione Europea fa sapere a tutti con clamore quando multa Microsoft per abuso di posizione dominante (promemoria: Microsoft abusa della propria posizione). Invece non ha fatto sapere a nessuno di avere le mani in pasta con Microsoft.
Il parlamentare europeo Marco Cappato riferisce che agli eletti vengono forniti computer Microsoft-centrici e che, parlando di browser, su quattromila utenti ci sono una decina di installazioni tollerate di Firefox e tutto il resto è Internet Explorer (nel mondo reale Firefox è un browser su cinque).
Sempre Cappato ha chiesto di poter conoscere gli esiti di uno studio europeo del 2005 di valutazione sulle differenze di costo tra adozione di software open source e adozione di software proprietario.
Gli hanno risposto che no, non si poteva sapere, perché avrebbe potuto danneggiare gli interessi dell’azienda, in quanto l’Unione Europea ha contratti specifici e privilegiati con Microsoft.
Alla fine della legislatura, passata la festa gabbato lo santo, Cappato ha finalmente potuto ricevere lo studio, che ora è pubblico.
Lo studio è un polverone capolavoro e per cavarne fuori qualcosa ci vogliono giorni di fatica. La certezza è che, qualunque crocetta metterai sulla scheda elettorale europea, voterai Microsoft.
L’Unione Europea ha tutto il diritto di scegliere il software che vuole, ma ha il dovere pieno di informare i cittadini e rendere conto delle sue decisioni (i soldi li mettiamo noi). Che l’Europa abbia un contratto privilegiato con Microsoft ci può anche stare. Che i termini del contratto e i motivi della decisione debbano restare segreti, per un’amministrazione pubblica, manda cattivo odore.