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Dal mondo Apple all'universo digitale, in visualizzazione rapida dell'ovvio

30 mar 2009

Piccolo è bolla

Un carissimo amico mi ha chiesto assistenza per installare Mac OS X su un netbook Msi Wind e mi sono prestato. È stata una occasione per toccare con mano la nuova tendenza.

Non è per me. Intendiamoci: piccolo, leggero, perfetto per guardarsi la posta elettronica in tenda durante il weekend di trekking. Mi viene da dire che un iPhone è ancora più piccolo e più leggero e guarda la posta ugualmente, ma non lo dirò. Non è questo il punto.

Il punto è la trackpad dei Puffi, con il pulsantino sottile sottile che devi cercare ogni volta. Lo schermo che qualunque cosa fai resta sempre fuori qualcosa. Il processore che clicchi una casella e passa un piccolo pesantissimo istante prima di vedere il segno di spunta. Ripeto, perfetto da infilare nella borsa della videocamera per la gita fuori porta. Ma appena torno a casa finisce sullo scaffale e datemi un computer vero.

Oltretutto i netbook dovrebbero essere l’apoteosi della portabilità, il computing sempre e dovunque, la soluzione geniale. Se la batteria non fosse da ridere. Leggerissimo nello zainetto il netbook, ma meglio che la gita finisca in fretta vicino a una presa di corrente o hai chiuso. E allora suona un po’ come presa in giro. Una macchina con lo schermo minuscolo e il processore giocattolo fatta per la massima portabilità dovrebbe durare una settimana con quattro stilo, non un’ora e mezza se il vento è a favore.

Che abbia un senso, la categoria netbook, è fuori di dubbio. Come terza macchina me ne terrei uno volentieri. Che sia il futuro per noi tutti ho i miei dubbi. Passato l’entusiasmo, metà degli acquirenti si renderà conto e la bolla si sgonfierà, per diventare nicchia. Interessante e meritevole, con un sacco di perché, però nicchia.

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