Sempre sulla falsariga delle grandi pulizie estive, ho spazzato via la vecchia installazione di Fink con l’intenzione di rifarla da zero, senza incrostazioni e roba inutile caricata per motivi che non sono più.
Nel contempo ho deciso di provare anche MacPorts, che da un po’ di tempo mi sembra più vivace come iniziativa per portare facilmente programmi Unix su Mac OS X.
Dopo il primo giorno di esperimento, è in vantaggio Fink. Cancellare la vecchia installazione è stato un attimo (c’è una cartella sw
al primo livello del disco e basta eliminare quella). Nessun problema con l’installazione da immagine disco e l’autoaggiornamento ha trovato e applicato un upgrade minimo. Un bel segnale che funziona tutto.
Ho poi installato lynx, il browser solo testo, con massima comodità. Installare Common Lisp (clisp) è stato un filo più lungo; nell’elenco dei pacchetti visibili all’installazione c’è solo una vecchia versione. Quella vera sta nell’albero rsync della distribuzione di Fink e così ho dovuto dare un comando in più. Dopo di che, però, tutto a posto.
MacPorts non lo avevo mai installato. Da immagine disco, tutto regolare. Ho però provato a installare fish, una shell Unix di nuova concezione che dovrebbe aiutare i neofiti a misurarsi meglio con il Terminale.
Il comando di installazione canonico non ha funzionato per carenza di permessi. L’ho rieseguito con sudo
ed è partito.
Le dipendenze di fish
sono numerose e mi aspettavo di vedere anche una mezz’ora di download dei più vari. Non di aspettare ore. Si sta scaricando letteralmente il mondo, compresa roba che secondo me non c’entra veramente niente, e non vedo l’ora di sapere come va a finire.