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Dal mondo Apple all'universo digitale, in visualizzazione rapida dell'ovvio

26 mag 2008

Giochi che hanno rifatto la storia

Per celebrare i sedici anni di Wolfenstein 3D, qualcuno ha rifatto la scena finale con il… Lego.

Mi è tornato in mente il 1982. Terminato il lavoro ci fermavamo, un mio collega e io, e giocavamo a Castle Wolfenstein su un Apple II. Niente tre dimensioni, invece stanze a quadratoni e processore che nello sforzo di riuscire a produrre sonoro decente dava un retrogusto di elettricità statica al secco tedesco delle guardie.

Si giocava via tastiera e c’erano comandi a sufficienza per stare alla tastiera in due, uno che badava al movimento e uno alle armi.

Una sera c’era Italia-Brasile del Mondiale e giocavamo nella redazione deserta, intorno un silenzio surreale. Non vedemmo la partita ma Castle Wolfenstein, però ritornando a casa sapevamo perfettamente il risultato: analizzando i boati dai palazzi vicini si capiva chi aveva segnato e riuscimmo anche a decifrare il gol annullato all’Italia.

Arriveranno gli Europei e io sarò a intrufolare il mio irregolare elfo in qualche fortezza di World of Warcraft. Il passato è stato grandioso, ma di progresso ce n’è stato.

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