Rubo e rendo in italiano alcune considerazioni dal blog di Guy Kawasaki, uno che se sai chi lo leggi sempre, se non lo sai è meglio che cominci, riguardo allo stile di presentazione di Steve Jobs durante il keynote del Macworld Expo.
- Testo al minimo. Molte slide contengono al massimo una o due parole.
- Font enorme. Anche lo spettatore numero tremila, in fondo alla sala, può leggere lo schermo.
- Pochi bullet e inseriti uno per volta.
- Molte schermate di effetto. Un sistema operativo bello, celia Guy, aiuta.
- Demo del software, eseguite di persona; l'amministratore delegato sa usare i prodotti della sua azienda.
- Uso accattivante del video. Filmati brevi che catturano l'attenzione e ben dispongono. Normalmente le presentazioni includono clip da dieci minuti pieni di marketing mortalmente noioso e discorsi incomprensibili.
- Aspetta, c'è ancora qualcosa: il colpo finale (MacBook Pro, in questo caso) viene annunciato e preparato.
- Il tocco umano: ringraziamenti per chi ha lavorato, in Apple e perfino in Intel, ai prodotti presentati.
Non mi tocca, grazie al cielo, trovarmi su un palco davanti a tremila persone sapendo che ogni strizzata d’occhio vale milioni di dollari in Borsa. Però girano talmente tante presentazioni obbrobriose che qualche consiglio aiuta sempre.