Quickloox

Dal mondo Apple all'universo digitale, in visualizzazione rapida dell'ovvio

4 dic 2005

Sprazzi di prezzi

Un parere, se anche non fosse documentato, sicuramente istruito

Flavio è un ricercatore scientifico che lavora per enti dei cui al massimo io posso leggere sui libri di fantascienza e il suo intervento mi fa pensare che forse sul discorso prezzi-dei-Mac non ho detto troppe sciocchezze. Eccolo:

Quando ebbi i soldi per comprare un computer portatile aggiornato al periodo e alla tasca, correva l’anno 1997. Ero un felice possessore di un Compaq 386 Lite alla cui memoria sono ancora affezionato, ma l’avevo comprato perché nel 1993 non potevo permettermi l’Apple di turno.

Allora, febbraio-marzo 1997, iniziai una peregrinazione fra i marchi e i modelli migliori, tenendo presente quello che mi interessava avere come accessori e la buona qualità a cui non volevo rinunziare. La scelta affettiva ma anche e chiaramente monetaria fu per il PowerBook 3400. Costava circa 500 mila lire meno della migliore concorrenza, avendo già di serie gli accessori per me necessari all’epoca.

Da allora sono passati otto anni, quasi nove, ma la maggior parte della gente continua a vedere Apple come un marchio caro, economicamente non competitivo con il mondo Pc che, se costa meno, è perché offre tecnologia obsoleta, pesi ridicoli, qualità generale non all’altezza, oppure meno software. Ma la scheda audio o video, secondo la gente, non valgono nulla? Poi magari si arrabattano per installare altro hardware che va a incasinarsi col sistema operativo e salta fuori la favola che per usare i computer bisogna essere dei maghi.

Stessa cosa per il software che vanno a installare.

Ma questa è la realtà, com’è la realtà di un “esperto” software il quale mi dice (convinto) che lui mai lavorerà con sistemi chiusi come il Mac e allora lavora su Windows (non su Linux o Unix come mi aveva fatto pensare).

Windows, che è rimasto l’unico sistema operativo proprietario e chiuso, pieno di buchi e progettato nell’interfaccia utente da un enigmista pentito. E c’è chi è contento di trovarlo sul computer. Pensa di risparmiare.

Lucio Bragagnolo

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