Perché avere un Mac è andare controcorrente e riuscire a lavorare come si deve
La parola a Barney Panofsky:
Per motivi di lavoro ho dovuto passare le ultime tre giornate al Palalottomatica dell’Eur a Roma per seguire il congresso nazionale di un partito politico italiano.
[…] volevo segnalare con grande entusiasmo che tutti i fotoreporter accreditati all’evento e qualche cronista usavano PowerBook e iBook. :-)
Le Ethernet/Wan messe a disposizione per giornalisti e fotografi nella sala stampa spesso non bastavano per tutti. È bastato avviare la condivisione AirPort da uno dei PowerBook collegati alla rete e il gioco in pochi minuti si è fatto :) Tutti i Macuser potevano inviare foto e testi alle redazioni senza sgomitare sui tavolini e bisticciarsi per un cavetto inciampando sui fili intrecciati degli alimentatori… :P
Impietosi i commenti verso chi, invano, cercava di collegare laptop aziendali rigorosamente IBM, Acer e Toshiba :-) Guarda caso erano loro quelli che più rompevano le scatole ai tecnici della sala…
Per noi un cambio postazione e un paio di clic ;-)
Credo che i discorsi “prestazioni” e “design” siano fiori all’occhiello per noi clienti di Cupertino, ma la semplicità d’uso e l’affidabilità del Mac continua a rimanere IMHO il miglior valore aggiunto per far impennare la produttività di chi col portatile deve lavorarci tutti i giorni…
Intel sì o no? Chissenefrega :P