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Dal mondo Apple all'universo digitale, in visualizzazione rapida dell'ovvio

16 giu 2005

Non basta chiamarlo emulatore<p>

Una precisazione su Rosetta, perché non sembri uguale a ciò che non è

Ho già visto liquidare in una frase la questione sulle prestazioni delle applicazioni PowerPC che potranno girare sui futuri Mac con processori Intel e la frase è “andranno piano, perché è un emulatore”.

Che andranno più lente dell’originale è sicuramente vero e che Rosetta sia un emulatore è fuori discussione. Ma non tutti gli emulatori sono uguali. Per esempio, VirtualPC lavora sul programma da emulare un’istruzione alla volta, e per ogni istruzione Intel che legge esegue le istruzioni equivalenti su PowerPC. Come un acquirente di mobili Ikea che legge una istruzione e monta quel pezzo, poi legge un’istruzione e monta un altro pezzo e così via.

Rosetta invece lavora in modo del tutto diverso. Il nostro cliente Ikea prima imparerebbe a memoria tutte le istruzioni e poi monterebbe l’intero mobile in una sola passata. Se è un mobile solo potrebbe non esserci questa gran differenza; ma se fossero scaffali di libreria modulari il vantaggio sarebbe grande, perché Rosetta legge le istruzioni una volta per tutte e, fino a che queste restano in memoria, va molto più veloce di chi deve sempre riprendere in mano il manuale.

Inoltre c’è un anno di tempo e più per fare progredire la tecnologia. Rosetta è un emulatore, ma il suo andare piano potrebbe essere, per esempio, molto più veloce di VirtualPC.

Lucio Bragagnolo

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