Evangelismo involontario e però efficace
(Niente di blasfemo; la parola evangelismo è gergo del marketing e deriva dall’inglese evangelism, che è la perorazione appassionata di una causa commerciale.)
Supponi di andare al raduno dei vecchi compagni di classe del liceo. Arrivi direttamente da una giornata di lavoro e quindi, tuo malgrado, ti presenti con annessa borsa portaPowerBook.
In uno degli accessi di entusiasmo senile tipici delle rimpatriate qualcuno propone di mettere in comune tutti gli indirizzi elettronici e creare una mailing list per tenersi tutti in contatto qualsiasi direzione abbiano preso le nostre vite attuali.
Qualcuno tira fuori un foglio di carta e tu dici aspetta, ho il computer, li inserisco direttamente in rubrica e poi penso io a tutto.
Estrai il PowerBook e inizi a raccogliere nomi e indirizzi.
Esattamente in quel momento l’imbrunire raggiunge la soglia giusta e, come un effetto speciale hollywoodiano, si accende automaticamente come per magia la retroilluminazione automatica della tastiera.
Meraviglia generale, a momenti manca solo l’applauso.
A fine serata sono in quattro a chiederti dove lo hai comprato, quanto costa, se conosci un negozio dove ti trattano bene, che modello è meglio per loro eccetera.
I Mac si vendono da soli. Basta mostrarli. Persino in buona fede.