Appena trattano un prodotto difficile si dimostrano molto sotto la qualità del loro software
Giorno più giorno meno, sono sei settimane che ho ordinato World of Warcraft sull’Apple Store. Non è ancora arrivato niente. Quando è stato effettuato l’ordine, la data di consegna prevista era a tre settimane.
Il punto non è questo. World of Warcraft sta conoscendo un successo siderale e per metà la stessa produttrice Blizzard si è trovata colta di sorpresa, non avendo abbastanza scatole; per metà ho la sensazione che non vogliano neanche venderle troppo in fretta, per non mettere a rischio la stabilità del mondo online con un flusso eccessivo di immigrati; per la terza metà (scherzo), sono un po’ imbecilli per la decisione di obbligare a comprare tramite distributore tutti quelli che stanno fuori da Stati Uniti e Regno Unito.
Ci sono validissime ragioni per cui l’Apple Store non riesca a consegnarmi World of Warcraft tre settimane dopo le loro tre settimane. Il punto è che un vero venditore online è capace di mandare una mail al cliente, spiegare la situazione, scusarsi, assicurare che stanno facendo il possibile, offrire un buono spesa di dieci centesimi a risarcimento del danno biologico, indicare una nuova data possibile di inizio consegne pregando di avere pazienza e cose così.
Invece niente del genere. Prova ad acquistare con Amazon: certe volte hai l’impressione di essere l’unico acquirente, da quanto sono solleciti. L’Apple Store a confronto è popolato da morti viventi.
Dammi retta. Specie se il prodotto è difficile, prima prova a vedere se lo trovi tu. L’Apple Store è uno store sui generis, e non è neanche tanto Apple. Chi è capace di tirare fuori una meraviglia come Tiger non è certamente lo stesso gruppo di chi non sa neanche mandarti una mail per farti sapere che i tuoi soldi contano qualcosa anche per loro.