La chiave per capire iLife, il Terminale e la vita su Mac
Avvertenza: trattasi di riflessione filosofica. Mi sono reso conto che uso il software Apple (iLife e il resto) quando sono incompetente in materia. È un complimento per Apple; vuol dire che davvero sono programmi for the rest of us, prima di ogni altra considerazione facili da usare.
Quando sono competente in materia, uso il migliore programma possibile. Chi deve misurarsi con il testo e talvolta con l’Html, e non usa Tex-Edit Plus http://www.tex-edit.com oppure BBEdit http://www.barebones.com, ama inutilmente la vita difficile.
Se fossi un genio del computer, quelli che scrivono programmi Java alla stessa velocità con sui io digito i Ping, andrei alla deriva (in senso positivo) verso Unix e verso il software open source.
Infine, se riuscissi a staccarmi dalla vita digitale terrena e diventare un monaco Zen del Macintosh, avrei una scrivania completamente vuota, tranne tre o quattro finestre di shell.
Shell, non Terminale. Che è una shell, ma ha un nome più umano per gli illetterati come me che a malapena sanno scriverci dentro uptime.
Lucio Bragagnololux@mac.com