Autodesk ha sempre snobbato Mac in modo tendente al vergognoso, al punto che quasi coglie di sorpresa l’annuncio delle
edizioni di AutoCad e Maya per Apple Silicon.
AutoCad (vale anche per la versione LT) arriva con migliorie varie tra le quali, per chi ci tiene, la lingua italiana. Secondo Autodesk,
le prestazioni su Apple Silicon rispetto alla versione Intel arrivano a raddoppiare.
Non ci sono proclami particolari
rispetto a Maya. Anche qui comunque arriva qualche aggiunta significativa oltre alla compatibilità con Apple Silicon.
In più occasioni avevo già menzionato il
memory Leak di Utility ColorSync, che da qualche versione di macOS impedisce di lavorare artigianalmente sui parametri di codifica dei documenti PDF.
In pratica in MacOS sussiste l’alternativa perfetta alla balena Acrobat. Meglio, sussisterebbe, dato che al momento attuale il programma soffre di un problema serio di allocazione della memoria e nel giro di pochi minuti rende il sistema inutilizzabile, con la memoria applicativa riempita fino all’orlo quando va bene e il disco pieno di RAM inutilmente patinata quando va male. Un buco nero che inghiotte qualsiasi buona intenzione.
Achille Campanile scrisse uno sketch per mettere alla berlina l’ostilità della società-bene del suo tempo verso i figli nati da relazioni giudicate illegittime. Sì intitola
Acqua minerale e
gioca lungamente sull’equivoco linguistico dei significati di naturale.
Con
Filippo e Roberto è stato assolutamente naturale ritrovarsi in podcast una volta di più, naturale nel senso più bello della parola. Volendo giocare sulle ambiguità linguistiche, potremmo contrapporre naturale a artificiale, visto che la puntata era dedicata alle sedicenti intelligenze in questo momento nella loro primavera (tranquilli che arriverà
l’inverno).
Secondo Bill Gates è
cominciata l’era dell’AI e si capisce, ha in mano prodotti che se non altro nel breve sono competitivi e il ferro va battuto finché è caldo.
Il marketing e il tirare la volata sono comunque un genere di azione diversa dall’appropriazione indebita.
In un insieme imponente di nozioni e di attualità, meritevole di lettura come minimo per la completezza, c’è una caduta di stile clamorosa. Per lui, i sistemi di sintesi generativa basati su grandi modelli linguistici (sarebbero più che altro testuali) sottoposti ad allenamento sono intelligenze artificiali.
Se fossero veramente intelligenze artificiali, eccellerebbero nel set di problemi contenuti dentro l’
Abstract Reasoning Corpus.
Il Corpus è stato allestito da François Chollet, ricercatore di spicco nel campo di machine learning e ricerche sull’intelligenza sintetica, nel 2020, con tanto di sfida ufficiale e premio di ventimila dollari per chi avesse saputo presentare un meccanismo di pensiero digitale in grado di superare le prove.
Ci hanno provato in centinaia e nessuno c’è riuscito. La parte interessante è che sono passati anni e nessuno c’è ancora riuscito, neanche i fenomeni che oggi riempiono le cronache.
Nessun progetto per Pasqua? Rilassati, tranquilli, poltrona e intrattenimento disimpegnato?
Suggerisco vivamente di mettere almeno parte del tempo nella seconda edizione di
Automation April, in programma su MacStories.
Comandi Rapidi da scoprire, imparare, costruire, raffinare. Nel posto virtuale migliore al mondo per farlo e nessuna esagerazione nel dirlo, perché MacStories nasce da un italiano ma costituisce un’eccellenza globale.
Poi è una seconda edizione. La prima
è andata molto bene e questa potrà solo fare tesoro di una esperienza positiva precedente.
Che fastidio la retorica vuota di Paolo Attivissimo quando dal suo blog
proclama che
Dal 15 marzo scorso, insomma, non possiamo più fidarci di qualunque foto trovata online, perché esiste un modo facile e a buon mercato per generare migliaia di fotografie false ma estremamente credibili di qualunque persona o evento, reale o di fantasia.
Chissà dove è stato in questi anni, dove Photoshop ha imperato. Come? Né facile né a buon mercato? Beh,
Pixelmator Pro costa come pizza e birretta artigianale a Milano e cominciare a usarlo è immediato.
Lunedì prossimo mi ritrovo con
Filippo e Roberto a chiacchierare di intelligenza artificiale a scopo podcast e intanto continuo la
rilettura e riscoperta del libro Concetti fluidi e analogie creative.
Significa che dà una parte seguo lo sviluppo dei sistemi generativi basati su grandi modelli linguistici e dall’altra parte seguo un interrogarmi profondo e concreto sulle radici dell’intelligenza.
Da sostenitore dell’intelligenza artificiale forte come sono sempre stato, la risultante è che sono entusiasta delle possibilità e degli orizzonti che si aprono grazie ai sistemi che iniziano a spuntare come funghi. Contemporaneamente, perdo la pazienza in un millisecondo quando sento parlare con convinzione di intelligenza artificiale applicata a loro, che di intelligente hanno il nulla assoluto.
Grazie ai
buoni uffici di Dr. Drang mi sono accorto di
ImageOptim, programma open source per Mac che prende in carico una immagine e attua una serie di interventi in modo da ridurne il peso mantenendone la qualità.
Il tema è più sottile di aumento il livello di compressione Jpeg; ci sono per esempio metadati che possono trovarsi lì solo per portare via spazio. E gli algoritmi di compressione non ottimizzati fanno certamente un buon lavoro, ma non il migliore possibile.
Dopo qualche giorno dalla prima
installazione del nuovo microfono per videoconferenze e podcast, non voglio più tornare indietro e mi chiedo come abbia tollerato finora l’uso degli auricolari con microfono. Forse perché la mia voce se la beccavano gli altri.
Non che gli auricolari con microfono in sé siano cattivi. Sono un ottimo mezzo per comunicare in tutte le situazioni. Certo non sono il mezzo per comunicare in modo ottimo.
Quando c’è la possibilità di stare alla scrivania, Q2U lavora bene. La voce arriva più nitida e soprattutto non si perdono pezzetti di parlato per strada. Una analogia per dare un’idea del miglioramento, anche se imperfetta: una chiamata FaceTime Audio è normalmente di pulizia e qualità complessiva superiore a una chiamata cellulare.