Registro con piacere l’inizio di un progetto per dare a Linux un linguaggio Lisp completamente autonomo, privo di qualsiasi dipendenza software. Si chiama
lone, presumibilmente da standalone, autonomo appunto.
Non c’è ancora molto, tuttavia sono fiducioso che lo sviluppo proseguirà fino a raggiungere un livello di utilizzabilità almeno accettabile. Da questo punto di vista, la destinazione Linux è un buon indizio di potenziale continuità.
Programma oggi, programma domani, un Lisp privo di dipendenze software finirà per funzionare anche nel Terminale di Mac e poco importa se servirà lo
Homebrew della situazione.
Anni che aspettavo. Finalmente Sonoma ha chiuso il memory leak che affliggeva Utility ColorSync da troppe versioni passate del sistema. Appena si cominciava a lavorare, Mac colmava in pochi istanti la memoria applicativa e poi cominciava a mangiarsi tutto lo spazio su disco. Ottenere un qualsiasi risultato era impossibile.
Utility ColorSync è strumento impegnativo (i filtri devi crearteli tu) però offre controllo totale sui componenti di un file PDF. È possibile creare filtri che riducono le dimensioni, trasformano in bianco e nero, comprimono le immagini ma non il testo e così via.
Andrebbero inventati, quelli di Ars Technica al momento di recensire macOS. John Siracusa
si è ritirato da tempo, però
la loro recensione di macOS Sonoma è in assoluto la migliore.
Unico difetto, che poi è un pregio: bella lunga. Se si fossero dimenticati qualcosa, peraltro, forse uno neanche si accorgerebbe, con tutto quello che c’è. Ecco, manca uno sguardo sotto al cofano, a livello di Terminale. Posto che sia cambiato qualcosa di percepibile e significativo.
Bella mossa di Apple, che ha pubblicato un fantastico
dietro le quinte della realizzazione di Scary Fast, l’evento di presentazione dei MacBook Pro M3.
Perché un sacco di gente si è adontata: come, dicono di avere girato tutto con iPhone 15 Pro eppure il risultato è di una qualità che io mai nella vita…?
Il punto è che sì, il girato arriva tutto da iPhone 15 Pro (e, se ci si pensa, è qualcosa di incredibile). Poi però ci sono intorno tutte le strumentazioni professionali che servono a girare un film. I film, salvo eccezioni, non si girano tenendo in mano un iPhone e mandando tutto a iMovie. Almeno, non se si vuole raggiungere un risultato di altissima qualità.
Chiedo scusa se ultimamente frequento spesso casa Eclectic Light Company, solo che attraverso loro mi sto riappassionando alle trattazioni degli interni software di Mac.
Lo fanno bene, è veloce, è approfondito, è interessante, si arriva sempre a una qualche app utile. Qui ce n’è una per
lavorare con i tag del Finder e sapere quello che accade sottocoperta.
C’è da imparare. Colgo l’occasione.
In piena estate si parlava di Red Hat e del suo
giocare ai limiti del regolamento con le licenze open source allo scopo di proteggere le proprie fonti di reddito.
Uno dei temi sul tavolo era la nascita di una nuova distro curata dagli insoddisfatti, che fosse compatibile con Red Hat Enterprise Linux ma accessibile secondo lo spirito delle regole, oltre che stando alla forma.
Siamo in pieno autunno ed ecco
OpenELA, a cura di Ciq, Oracle e Suse.
I grandi fanno grandi cose con strumenti piccoli, meglio ancora se dimenticati o rispolverati.
Per averne dimostrazione è sufficiente leggere il
resoconto di briand06 sull’uso di SubEthaEdit, editor di un tempo lontano oggi nel dimenticatoio, non particolarmente sviluppato a livello di nuove funzioni ma con una particolarità che lo ha contraddistinto da sempre: scrivere collaborativamente nello stesso momento sullo stesso documento.
Uno dice ma oramai ci si riesce persino con Pages ed è vero; con Google Documenti, addirittura, funziona davvero. La wiki di emacs
descrive come fare con l’editor migliore di tutti.
iCloud è un meccanismo software sempre più complicato e per fortuna abbiamo The Eclectic Light Company – lettura sempre più raccomandata – a spiegare come
cambiano le cose in proposito dentro Sonoma.
La lettura è raccomandata quanto la fonte perché fa luce su dinamiche che alla gran parte di noi risultano oscure fino a che ci sbattiamo contro in qualche momento della sincronizzazione, della copia, degli alias o altro.
Vengono anche citate un paio di app per visionare lo stato effettivo dei file in iCloud, fuori da quanto afferma ufficialmente il sistema.
Il formato di presentazione digitale messo a punto da Apple durante la pandemia ha dimostrato la sua flessibilità con un
evento di soli trenta minuti, che avrebbero anche potuto essere tre: abbiamo messo M3 in MacBook Pro e iMac.
I ventisette minuti restanti sono serviti a introdurre l’argomento con un video iniziale simpatico ma diritto al punto, rispetto a quante cose si possano fare con un Mac, e all’illustrazione del divario esistente tra M3 e i due chip precedenti, nonché per forza di cose con il resto del mondo.
Secondo John Siracusa,
il prossimo oceano blu di Apple sarà fornire batterie rimovibili.
Breve spiegazione. L’oceano blu è una suggestiva espressione di marketing per indicare una zona di mercato dove non ci sono concorrenti e l’acqua è limpida. L’oceano rosso, in contrasto, è dove si affollano tutti e il colore dell’acqua dipende dalle conseguenze dei conflitti che nascono.
Nintendo, afferma Siracusa, è una specialista di oceano blu. Il mondo dei videogiochi e delle console sembra saturo e loro si inventano la Wii, diversa da tutto il resto.