Non si finisce mai di disimparare
Non vorrei mai più leggere articoli come quello di Simone Aliprandi sulla ritrosia verso la tecnologia.
Non per Simone, che vale. Per il tema.
Non vorrei mai più leggere articoli come quello di Simone Aliprandi sulla ritrosia verso la tecnologia.
Non per Simone, che vale. Per il tema.
Interessante articolo di Bloomberg sulla logistica degli iPhone che vengono prodotti in Cina per poi raggiungere in aereo le località di smistamento e infine i negozi, in una operazione di logistica di precisione dove ogni spreco significa perdite sonanti di denaro.
Da anni è noto come si possano impiegare gelatina, plastilina o silicone per ottenere finte impronte digitali capaci di ingannare un sensore.
Dice che Apple si disinteressa di Mac e pensa solo a iPhone e iPad.
Però vedo che Apple continua a produrre Mac e ne vende anche un discreto numero. In nessuna epoca della propria storia Apple ha venduto così tanti Mac.
Sono grato a Fabio che mi segnala un interessante articolo di Farhad Manjoo su Internazionale: Windows è morto.
AnandTech ha frugato nella documentazione su iPhone depositata da Apple presso la Federal Communications Commission americana, l’ente che deve autorizzare preventivamente tutti gli apparecchi elettronici capaci di comunicare. Alcuni dati che ha trovato a proposito di batteria sono uguali tra iPhone 5 e nuovi iPhone; questi sono quelli differenti.
A 38:40 della presentazione dei nuovi iPhone viene data dimostrazione dell’imminente Infinity Blade III. A prescindere dai gusti e dalla giocabilità, è roba forte in senso grafico e di potenza di elaborazione. Un cellulare con sopra un software del genere era un sogno, solo pochi anni fa.
Teniamo presente di stare a leggere reazioni di gente per la quale Apple ha presentato un giro di telefoni di plastica colorata e un altro giro di telefoni con l’impronta digitale.
Devo ancora vedere il keynote.
Ho sempre mal tollerato il cellulare. Ne ho fatto a meno più a lungo che potevo e, nel capitolare, ho comprato il più misero ed economico che ci fosse sul mercato.
Poi è uscito iPhone e l’ho adottato con entusiasmo. Perché non era un cellulare, ma un computer da tasca, completo anche di funzioni cellulari. A me il computer in tasca serviva, il cellulare era un male necessario.