File e veglie
Facile accorgersi della gente che si mette in coda davanti ad Apple Store una settimana prima senza neanche sapere che cosa verrà presentato.
Facile accorgersi della gente che si mette in coda davanti ad Apple Store una settimana prima senza neanche sapere che cosa verrà presentato.
Qualche nota appena più approfondita sull’affaire delle (più o meno) celebrità messe a nudo in pubblico attraverso la violazione dei loro account, sia esso iCloud o altro.
Un po’ tutti sono saltati in groppa alla storia delle attricette nude per guardarsi le foto con una buona scusa e soprattutto per massacrare il bersaglio grosso, cioè iCloud, troppo saporito per rinunciare alla tentazione di mordere anche un po’ a casaccio.
Apple ha fatto una gran cosa, con la pubblicazione di una pagina che dettaglia i dieci motivi più importanti per i quali una app viene rifiutata su App Store.
Tanti anni fa nascevano i sistemi di chat e siccome vivevamo un’epoca oscura e triste, gran parte delle persone chiedevano di usare Messenger di Microsoft. Sembrava che senza Messenger fosse impossibile fare chat e che per fare chat fosse indispensabile Messenger.
Slate si è chiesto che scala avrebbero aziende monoprodotto destinate ciascuna a uno dei business di Apple, in base al fatturato.
Tra le richieste di supporto che ricevo più spesso, figura ai primi posti un Wi-Fi che non funziona, funziona male, non arriva dove si vorrebbe e viceversa.
Mark Gurman di 9to5Mac afferma di avere lavorato per due mesi al suo articolo Seeing Through the Illusion: Understanding Apple’s Mastery of the Media, che svela i retroscena della macchina di relazioni pubbliche Apple.
Leggo sul New York Times.
Per chiudere il discorso proseguito con un programma di sostituzione di batteria di iPhone a proposito di un supposto problema di non tanto vecchi MacBook Pro, guardiamo in casa d’altri.