Sempre i soliti
La rivista online e app Flipboard ha spiegato sul proprio blog come ottenere un’interfaccia fluida sulla versione mobile del proprio servizio: abbandonando lo sviluppo web tradizionale per rifare tutta la pagina in modalità canvas.
La rivista online e app Flipboard ha spiegato sul proprio blog come ottenere un’interfaccia fluida sulla versione mobile del proprio servizio: abbandonando lo sviluppo web tradizionale per rifare tutta la pagina in modalità canvas.
Qua e là si aprono spiragli di luce sulla scuola. Di recente Enrico mi ha segnalato Coding, libro di testo per insegnare finalmente le basi della programmazione nella scuola di base, con il linguaggio Scratch creato dal Massachusetts Institute of Technology (pronto per iPad, a disposizione di chi sostiene che sulla tavoletta non si possa programmare).
Ragazzi e ragazze: lettura obbligata del blog di Tobias Frere-Jones, una delle massime autorità viventi in fatto di font. E in particolare della serie Typeface Mechanics.
Apple pubblica periodicamente un rapporto sui progressi dei fornitori nel rispettare i diritti umani e l’ambiente.
Dell è ufficialmente alla frutta. Lo prova il fatto che nella pagina di vendita del portatile Precision M3800 devono abbassarsi a scrivere meglio di un MacBook Pro e pubblicare una infografica contenente sette motivi per cui M3800 è superiore a MacBook Pro.
In giro viaggiando leggero, con iPad e una Wireless Keyboard Apple a fare le veci di Mac. Si lavora bene e tranquilli, a parte qualche bizzarria derivante dall’uso della tastiera esterna associato a quello di Wordpress.
Il 19 gennaio ho ricevuto una mail da iTunes Store contenente un elenco di brani musicali che avevo acquistato di recente. L’unico problema è che non le avevo acquistate.
Spero mi si scuserà se per un momento esco dalle solite tematiche e mi limito a segnalare la puntata di Matte Shot dedicata a 2001: Odissea nello spazio.
Anche in riferimento al post di ieri sull’essere o meno computer di iPad, ho sentito dire in passato che iPad non era un computer perché non si poteva usare per scrivere programmi per iPad.
Motivazione tirata per i capelli, dato che il problema – da tempo – non sono gli strumenti per programmare su iPad. Da Pythonista a Lisping a tutto il resto possibile, le occasioni per programmare abbondano.
Con l’entrata in scena del computing remoto, della virtualizzazione e del cloud la questione è diventata infinitamente più sfumata. Sul mio iPad potrebbe girare una macchina virtuale contenente Linux, operante da un server remoto. A quel punto si potrebbe argomentare che il fulcro dell’elaborazione sta altrove e il mio iPad è semplicemente uno strumento di interfaccia. Ugualmente, potrei lanciare un ambiente di programmazione su quel server remoto e dargli ordini da iPad, vedendo il risultato su iPad. Difficile sostenere che io in quel momento non stia programmando.
Quando si sente la frase ognuno fa quello che vuole, usualmente si sta parlando di cretini, oppure di personaggi insignificanti, o di comportamenti di livello mediocre. Le persone adulte (nel senso intelligente della parola) compiono scelte e quando si effettua una scelta si escludono per forza tutte le altre alternative. Nessuno può volere una cosa sola e quindi solo un cretino (non in senso offensivo, ma descrittivo) può pensare di fare quello che vuole. Si fa ciò che si sceglie.