Non appariranno più nuove, epiche recensioni di OS X firmate John Siracusa.
Phil Schiller, mente agile, ha già inquadrato la situazione.
È una grossa perdita. Uno dei pochi momenti dove davvero si imparava qualcosa di inedito bene e in fretta sul web. Siracusa è l’unico che qualche volta ho citato senza verifiche, perché si poteva stare matematicamente certi che sarebbe andata come scriveva lui.
Non sono un programmatore di formazione. Nonostante questo, occupandomi di tecnologia, l’argomento mi ha sempre affascinato e mi piace saperne sempre un po’ di più. Oltretutto, ho già ribadito più volte che
la programmazione è il nuovo inglese.
Segnala Horace Dediu di Asymco che, in base a una interpretazione conservativa delle stime di vendita di Gartner, nel 2015 si venderanno 285,6 milioni di PC Windows e un combinato di 302 milioni tra Mac, iPhone e iPad.
Lei Jun, amministratore delegato di Xiaomi, si è lamentato che
i falsi e le imitazioni derubano l’azienda di una percentuale enorme del fatturato, che potrebbe essere due o tre volte superiore.
Mi è tornata la mania di usare
Yojimbo, acquistato anni fa e poco usato, per contenere in modo sicuro la mia raccolta di password e numeri seriali personali. Nel fare pulizia dentro l’archivio delle pagine da leggere più avanti mi sono imbattuto nell’articolo di Fraser Speirs
Un supercomputer in ogni zaino.
Speirs parte dall’idea che sua figlia entrerà presumibilmente nel mondo del lavoro attorno al 2029 – e si chiede:
Esiste un qualunque scenario plausibile non apocalittico in cui la tecnologia del 2029 è meno prevalente, meno ampiamente distribuita e meno innestata nella nostra cultura della tecnologia del 2011? Non riesco a immaginarne uno.
Un Apple ][ nel 1977 cambiava il mondo, ma oggi è una macchinetta talmente semplice che può essere
riprodotta dentro Arduino Uno.
Sintetico e perfetto articolo di Wired su certi
livelli di dettaglio relativi alla progettazione e realizzazione di
watch.
Attenzione a un corso di Apple che si sta rivelando sempre più nuovo: eravamo abituati a scoprire nuove funzioni fondamentali quando usciva il sistema operativo e a vedere i soli bug fix nelle versioni intermedie.
Non è questione di darsi ragione; bastava il buonsenso per dire
quello che andava detto sull’
autonomia di watch.
La migliore recensione per capire tutto sul computer da polso di Apple –
John Gruber, as usual – chiarisce difatti il punto:
Dopo oltre una settimana di uso quotidiano, Apple Watch ha più che alleviato ogni mia preoccupazione sulla possibilità di arrivare a fine giornata con una carica. Ho preso nota della carica residua ogni notte prima di andare a dormire. Di solito eravamo sopra i trenta o i quaranta punti percentuali. Una volta era a 27. Un giorno ho registrato il cinque percento. Ma era un’eccezione; ho usato l’orologio per una quantità straordinaria di prove, in modo per niente simile a un utilizzo tipico. Sono rimasto sorpreso semmai che l’orologio avesse ancora della carica. Non mi è mai successo di caricare l’orologio in un momento diverso dalla notte, mentre dormivo.
Come
anticipato, inizio la traduzione di un tomo consistente sulla programmazione in iOS.