Comunicazione di servizio: lunedì sera mi troverò a Pavia a fare quattro chiacchiere in ambiente universitario, situazione che tradizionalmente amo. Se capita un caffè o altro insieme prima o dopo, volentieri. (Non so quanto anticipo avrò e il prima contiene qualche elemento di incognita).
Anche se siamo un po’ fuori dall’ambito Apple e dintorni, c’è bisogno. Sta aumentando il rumore assurdo di quanti sostengono la necessità di togliere i Wi-Fi dalle scuole per via della loro presunta, supposta, possibile, ipotetica, percepita pericolosità per i giovani cervelli.
Reduce da due post sui professionisti e le app, non potevo esimermi dal notare che Microsoft, a proposito di software professionale per professionisti,
organizza un torneo di Solitario per festeggiare i venticinque anni del programma.
Siamo nel 2015 ma ancora gira l’idea dei professionisti e di Apple che li abbandona, con dimostrazioni come
quella fornita ieri. Ma il tema solleva ancora discussione.
Ogni tanto riparte il meme che vuole i professionisti abbandonati da Apple. Ogni tanto trovo anche informazioni come questa, in tema musicale.
Scrive Eugenio, dal prossimo grassetto a quello dopo.
In questi giorni si parla tanto di riforma della scuola, di Lim, smartphone e smartwatch, poi trovo una app come
questa (e chissà quante altre) e un pensiero mi fulmina.
La mitica, gloriosa catena americana di negozi di elettronica di consumo (e non) è arrivata a una fine ingloriosa e quello che ha ancora del valore viene venduto per tacitare i creditori più fortunati.
La lettura istruttiva – nel senso dell’istruzione e della cultura moderna – consta di questo
incredibile articolo sul Tumblr di Instagram e del
suo seguito.
Sono giorni in cui c’è una certa agitazione attorno alla scuola italiana, con discussioni, scioperi e controversie. Non sono esperto, ma una cosa la posso capire: se guardo questo articolo sulla
configurazione per usare tv in aula, lo trovo geniale. Soluzioni semplici a problemi fondamentali, uno strumento di costo irrisorio rispetto ai benefici, valorizzabile con un pizzico di ingegno e buon senso.
A marzo avevamo
scomodato Michelangelo per parlare dell’assenza di un browser dentro watch.