Veramente troppo basic
Mi giunge voce di una scuola dove si vuole insegnare come linguaggio di programmazione… Visual Basic. Con le motivazioni elencate qui sotto, scritte dal docente.
Mi giunge voce di una scuola dove si vuole insegnare come linguaggio di programmazione… Visual Basic. Con le motivazioni elencate qui sotto, scritte dal docente.
Sono passati trent’anni. A contare i pixel, dentro un nuovo iMac 5k stanno ottanta schermi del Macintosh originale.
Se ho fatto bene i conti, Natale è trascorso in compagnia di sei iPhone, due iPad, un iPad mini, due Lumia, un Samsung e quattro featurephone (vecchia maniera). Ho giocato a Badland in multiplayer locale e ricevuto un bellissimo regalo via Flipagram. Nella colonna sonora sono passati anche Elio e le Storie Tese. Tanti regali arrivati via Amazon e un paio, ordinati per altri canali web, che invece si fanno ancora attendere.
Un sito partner sbaglia qualcosa e pubblica con largo e inopportuno anticipo la descrizione di un nuovo bracciale della salute che FitBit farà uscire nel 2015. Due delle novità sono l’inclusione di un orologio e un sensore a infrarossi per leggere il ritmo cardiaco.
Sono un acquirente di BBEdit 11. Anzi, un aggiornante, che compie un ennesimo upgrade dopo quello a BBEdit 10, tre anni fa.
Pacifico che serva software per scrivere, fare di conto, presentare. È che Office non serve davvero più a nessuno, non per via del software in sé, ma perché le funzioni offerte sono davvero a livello universale. Senza neanche parlare di iWork, il 99 percento delle persone può svolgere il 99 percento del lavoro anche con le Google Apps. Poi c’è LibreOffice, poi le soluzioni stile Zoho. Spero davvero che Office venga scelto per questioni di simpatia, di abitudine, di interfaccia, di quello che si vuole. Perché se viene scelto in quanto Office, in quanto è quel software lì con quel nome lì che va scelto perché è quello lì, non ci siamo più. Siamo usciti dalla logica e dalla normalità, esattamente perché oggi è normalissimo non usare Office.
Ho inserito il settimo giro di pile nella Wireless Keyboard II di Apple, dopo la performance peggiore finora registrata: 110 giorni di autonomia. La media rimane comunque al livello rispettabile di 293 giorni. Non ho spiegazioni evidenti alla durata ridotta delle ultime pile (Duracell Plus Power) e mi limito a prendere atto di una deviazione standard decisamente alta rispetto a quanto avrei sospettato.
Cinque milioni e mezzo, non si erano mai venduti così tanti Mac in un trimestre. L’anno scorso nello stesso periodo erano stati quattro milioni e mezzo, ovvero la crescita è uno schiaffo al mercato generale dei computer che nel complesso le stime danno in lieve flessione. Se si stralciasse la posizione dei Mac, sarebbe una mezza Caporetto del personal.
Uno penserà che ci si riferisca ai sei virgola uno millimetri di iPad Air 2. Sei virgola uno millimetri. Più leggero, più veloce, stessa autonomia.