Eventualmente
Da solo, lungo l’autostrada
alle prime prime luci del mattino
a volte spengo anche la radio
e lascio il mio cuore incollato al finestrino…
(
Giorgio Gaber)
Da solo, lungo l’autostrada
alle prime prime luci del mattino
a volte spengo anche la radio
e lascio il mio cuore incollato al finestrino…
(
Giorgio Gaber)
Butti un occhio al Digital Video Report di Adobe per il primo trimestre del 2015.
Supponiamo che io sia rimasto colpito dalla paranoia che l’Angariante della Privacy proietta sui cookie e voglia approfondire il discorso, magari analizzando il codice del mio browser (si presuppone un minimo livello di competenza) per capire come si comporta.
Ottavo cambio di pile, se conto bene, sulla Wireless Keyboard II, con 103 giorni di durata alle spalle (e un paio di sessioni-valanga di diverse ore con iPad).
I commenti relativi al post di due giorni fa hanno preso due strade: una, molto stimolante e che vorrei poter approfondire, su come insegnare al meglio l’arte della presentazione nelle scuole e trasformare il tedio di PowerPoint in occasione didattica; l’altra, più sterile, sui difetti reali e percepiti di Keynote e iOS. Mi permetto, per la seconda, di constatare che questo post è scritto su iPad e finisce istantaneamente su Mac grazie a Dropbox.
Dopo avere assistito alla nascita di Google Photos e avere dato un’occhiata a come funziona, premesso che non mi piace troppo lasciare troppi dati in mano a Google, beh, l’unico annuncio che mi interesserebbe veramente sentire da Apple alla prossima Wwdc è stoccaggio illimitato e gratuito delle foto su iCloud.
Ci sono cose che fanno stringere il cuore. Una di queste è trovarsi ad aiutare uno studente di seconda media cui l’insegnante ha chiesto di produrre diapositive in PowerPoint.
Un file di testo immenso contenente innumerevoli periodi dispersi casualmente la cui prima parola inizia con una lettera minuscola.
La prima premessa è che amo molto il retrocomputing e, se ho rimpianti sul tempo che passa, consistono nell’avere dedicato al vecchio Sinclair QL meno tempo oggi di quello che meriterebbe, per non parlare del Newton MessagePad 2100. Non so neanche dove potrebbe essere finito il fantastico Z88 di Cambridge Computing.
Leggo che in Ibm operano al momento circa quindicimila Mac usati dai dipendenti. E che entro la fine dell’anno si prevede l’aggiunta di altre cinquantamila unità.